La Grande Bellezza

Ombretta
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Visite turistiche

Il Pantheon è uno dei simboli storici più belli di Roma, forse quello che racconta meglio la storia di una civiltà indiscussa e intramontabile. La cupola, in particolare, è il punto fondamentale dell’intero edifico. Il foro sul tetto rappresentava l'occhio attraverso cui le divinità potevano vegliare sugli esseri umani. Quest'idea della forza divina è rafforzata dalla luce che entra prepotente all'interno dell'edificio.
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Pantheon
Piazza della Rotonda
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Il Pantheon è uno dei simboli storici più belli di Roma, forse quello che racconta meglio la storia di una civiltà indiscussa e intramontabile. La cupola, in particolare, è il punto fondamentale dell’intero edifico. Il foro sul tetto rappresentava l'occhio attraverso cui le divinità potevano vegliare sugli esseri umani. Quest'idea della forza divina è rafforzata dalla luce che entra prepotente all'interno dell'edificio.
L'interno, a croce latina, ha tre cappelle per lato, intercomunicanti tra loro. La policromia dei marmi, gli stucchi, la decorazione pittorica e la ricchezza degli altari conferiscono all'insieme una fastosa sontuosità. Le decorazioni del soffitto della grandiosa volta della navata sono di Andrea Pozzo e rappresentano L’ascesa di Sant'Ignazio in Paradiso. Dello stesso Andrea Pozzo è la finta cupola situata all’incrocio del transetto. Si tratta di una tela di 13 metri di diametro, sulla quale il Pozzo realizzò l'effetto prospettico della finta architettura.
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Chiesa di Sant'Ignazio di Loyola
8a Via del Caravita
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L'interno, a croce latina, ha tre cappelle per lato, intercomunicanti tra loro. La policromia dei marmi, gli stucchi, la decorazione pittorica e la ricchezza degli altari conferiscono all'insieme una fastosa sontuosità. Le decorazioni del soffitto della grandiosa volta della navata sono di Andrea Pozzo e rappresentano L’ascesa di Sant'Ignazio in Paradiso. Dello stesso Andrea Pozzo è la finta cupola situata all’incrocio del transetto. Si tratta di una tela di 13 metri di diametro, sulla quale il Pozzo realizzò l'effetto prospettico della finta architettura.
Tra il Pantheon e Piazza Navona, in pieno centro storico, sorge la chiesa di San Luigi dei Francesi, capolavoro barocco contenente pregevoli opere di famosissimi artisti, ma celebre in tutto il mondo per le tre tele di Caravaggio che ripercorrono la vita di San Matteo. Meravigliosa scoperta.
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Church of St. Louis of the French
Piazza di San Luigi de' Francesi
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Tra il Pantheon e Piazza Navona, in pieno centro storico, sorge la chiesa di San Luigi dei Francesi, capolavoro barocco contenente pregevoli opere di famosissimi artisti, ma celebre in tutto il mondo per le tre tele di Caravaggio che ripercorrono la vita di San Matteo. Meravigliosa scoperta.
L'altare dedicato a Ignazio di Loyola, nella Chiesa del Gesù, colpisce per la sovrabbondanza di oro e di altri materiali preziosi (lapislazzuli, alabastro, marmo, onice, ametista, cristallo). È opera di Andrea Pozzo, un artista gesuita, e fu completato tra il 1696 e il 1700.
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Jesuitkyrkan
16 Via degli Astalli
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L'altare dedicato a Ignazio di Loyola, nella Chiesa del Gesù, colpisce per la sovrabbondanza di oro e di altri materiali preziosi (lapislazzuli, alabastro, marmo, onice, ametista, cristallo). È opera di Andrea Pozzo, un artista gesuita, e fu completato tra il 1696 e il 1700.
Degne di nota sono due gruppi di 3 lapidi apposte sulla facciata della Chiesa Santa Maria Sopra la Minerva indicanti l’altezza raggiunta dalle inondazioni del Tevere: vi è da precisare infatti che questa zona, con il vicino Pantheon, era tra le più basse della città e quindi particolarmente soggette ad alluvioni.
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Piazza della Minerva
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Degne di nota sono due gruppi di 3 lapidi apposte sulla facciata della Chiesa Santa Maria Sopra la Minerva indicanti l’altezza raggiunta dalle inondazioni del Tevere: vi è da precisare infatti che questa zona, con il vicino Pantheon, era tra le più basse della città e quindi particolarmente soggette ad alluvioni.
Tre sono gli aspetti di questa via che può considerarsi una fra le più belle strade di Roma e del mondo: il medioevale, conservato nei vicoli, il rinascimentale, evidenziato da palazzi e casette, ed il barocco, rappresentato anche questo da edifici tipici per i balconcini, i portoni e le edicole sacre. Oggi via dei Coronari è gremita di botteghe di antiquari dalle scintillanti vetrine piene di mobili di ogni epoca, di lampade, tavoli, scrittoi, quasi una permanente e meravigliosa mostra.
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Via dei Coronari
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Tre sono gli aspetti di questa via che può considerarsi una fra le più belle strade di Roma e del mondo: il medioevale, conservato nei vicoli, il rinascimentale, evidenziato da palazzi e casette, ed il barocco, rappresentato anche questo da edifici tipici per i balconcini, i portoni e le edicole sacre. Oggi via dei Coronari è gremita di botteghe di antiquari dalle scintillanti vetrine piene di mobili di ogni epoca, di lampade, tavoli, scrittoi, quasi una permanente e meravigliosa mostra.
Il nome di “Banchi” si riferisce, appunto, ai banchi dove negozianti, banchieri, notai, scrivani e mercanti di ogni genere esercitarono i loro affari, sfruttando la vicinanza di S. Pietro: non pochi qui, come ad esempio Agostino Chigi, fecero la loro fortuna. Via dei Banchi Nuovi corrisponde al tratto iniziale dell’antica “via papalis” o “Pontificia”, così chiamata per i cortei pontifici che vi passavano per la cavalcata “di possesso” che il nuovo papa effettuava, in qualità di Vescovo di Roma, per recarsi da S. Pietro alla basilica di S. Giovanni in Laterano;
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Via dei Banchi Nuovi
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Il nome di “Banchi” si riferisce, appunto, ai banchi dove negozianti, banchieri, notai, scrivani e mercanti di ogni genere esercitarono i loro affari, sfruttando la vicinanza di S. Pietro: non pochi qui, come ad esempio Agostino Chigi, fecero la loro fortuna. Via dei Banchi Nuovi corrisponde al tratto iniziale dell’antica “via papalis” o “Pontificia”, così chiamata per i cortei pontifici che vi passavano per la cavalcata “di possesso” che il nuovo papa effettuava, in qualità di Vescovo di Roma, per recarsi da S. Pietro alla basilica di S. Giovanni in Laterano;
Via dei Banchi Vecchi è una delle più interessanti strade del centro storico di Roma, originariamente divisa in due tratti: il primo era detto “Chiavica di S. Lucia del Gonfalone” sia per la presenza della chiesa omonima e sia per la presenza di una cloaca, ma più volgarmente era chiamata “Chiavica di Ponte” (qui si effettuava la “corsa degli ebrei”, prima che venisse trasferita a via del Corso, in occasione delle feste di Carnevale); il secondo tratto era chiamato della “Cancelleria Vecchia”, dagli uffici della Cancelleria che si trovavano, prima della costruzione del nuovo palazzo della Cancelleria, all’interno di Palazzo Sforza Cesarini.
Via dei Banchi Vecchi
Via dei Banchi Vecchi
Via dei Banchi Vecchi è una delle più interessanti strade del centro storico di Roma, originariamente divisa in due tratti: il primo era detto “Chiavica di S. Lucia del Gonfalone” sia per la presenza della chiesa omonima e sia per la presenza di una cloaca, ma più volgarmente era chiamata “Chiavica di Ponte” (qui si effettuava la “corsa degli ebrei”, prima che venisse trasferita a via del Corso, in occasione delle feste di Carnevale); il secondo tratto era chiamato della “Cancelleria Vecchia”, dagli uffici della Cancelleria che si trovavano, prima della costruzione del nuovo palazzo della Cancelleria, all’interno di Palazzo Sforza Cesarini.
Lungo Borgo Pio, dove la strada si allarga a formare una piazzetta denominata piazza del Catalone, si trova una fontanella piuttosto singolare, perché sorge isolata nel bel mezzo dell’ingresso della piazza e ricorda una di quelle edicole romane, poste lungo le vie consolari, dedicate agli Dei pagani. Notare l’iscrizione posta immediatamente sopra la cannella, ACQUA MARCIA, che naturalmente si riferisce all’acqua che alimenta la fontanella.
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Borgo Pio
Borgo Pio
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Lungo Borgo Pio, dove la strada si allarga a formare una piazzetta denominata piazza del Catalone, si trova una fontanella piuttosto singolare, perché sorge isolata nel bel mezzo dell’ingresso della piazza e ricorda una di quelle edicole romane, poste lungo le vie consolari, dedicate agli Dei pagani. Notare l’iscrizione posta immediatamente sopra la cannella, ACQUA MARCIA, che naturalmente si riferisce all’acqua che alimenta la fontanella.
Il Castello divenne una roccaforte inespugnabile e per quasi cinque secoli i papi furono gelosi di Castel S. Angelo perché oramai il detentore era l’effettivo padrone della situazione. Nel 1527 papa Clemente VII si rifugiò dentro Castel S. Angelo, sfruttando la via di fuga del Passetto, per sfuggire ai lanzichenecchi durante il Sacco di Roma.
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Castel Sant'Angelo
50 Lungotevere Castello
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Il Castello divenne una roccaforte inespugnabile e per quasi cinque secoli i papi furono gelosi di Castel S. Angelo perché oramai il detentore era l’effettivo padrone della situazione. Nel 1527 papa Clemente VII si rifugiò dentro Castel S. Angelo, sfruttando la via di fuga del Passetto, per sfuggire ai lanzichenecchi durante il Sacco di Roma.
Ancora oggi sono ben visibili le 11 colonne corinzie in marmo bianco, appartenenti al lato destro dell’antico edificio, alte circa 15 metri e con un diametro di m 1,44, che poggiano su un podio di peperino alto circa 4 metri. Sopra le colonne è conservato anche un tratto dell’architrave, in parte rifatto modernamente, ornato di palmette e teste leonine.
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Piazza Di Pietra
Piazza di Pietra
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Ancora oggi sono ben visibili le 11 colonne corinzie in marmo bianco, appartenenti al lato destro dell’antico edificio, alte circa 15 metri e con un diametro di m 1,44, che poggiano su un podio di peperino alto circa 4 metri. Sopra le colonne è conservato anche un tratto dell’architrave, in parte rifatto modernamente, ornato di palmette e teste leonine.
Il portico fu dedicato alla sorella dell’imperatore, Ottavia. La pianta severiana mostra, posteriormente ai templi, un edificio absidato, la “Curia Octaviae“, inserita, insieme alla biblioteca omonima, nel complesso. Il Portico di Ottavia fu restaurato dopo l’incendio dell’80 e poi ancora nel 203 d.C. sotto Settimio Severo (come indica la grande iscrizione sull’architrave), probabilmente in seguito all’incendio avvenuto sotto Commodo nel 191 d.C.
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Portikus av Octavia
29 Via del Portico d'Ottavia
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Il portico fu dedicato alla sorella dell’imperatore, Ottavia. La pianta severiana mostra, posteriormente ai templi, un edificio absidato, la “Curia Octaviae“, inserita, insieme alla biblioteca omonima, nel complesso. Il Portico di Ottavia fu restaurato dopo l’incendio dell’80 e poi ancora nel 203 d.C. sotto Settimio Severo (come indica la grande iscrizione sull’architrave), probabilmente in seguito all’incendio avvenuto sotto Commodo nel 191 d.C.
Fino ai tempi di Augusto questa zona era rimasta al di fuori della città vera e propria; soltanto dalla fine dell’età repubblicana il Trastevere si andò coprendo di edifici utilitari e di case d’abitazione, quest’ultime destinate ai lavoratori ed ai piccoli commercianti, attirati dall’attività economica del fiume e delle vicine installazioni. Già in età imperiale il rione si trasformò in un immenso quartiere: l’abitavano vasai, operai delle manifatture del cuoio, dell’avorio, ebanisti, mugnai dei molini ad acqua sul Tevere, facchini degli infiniti magazzini e depositi, fornaciai delle fabbriche di laterizi dei Monti Vaticani. Oggi è un quartiere caratteristico e originale dall'atmosfera bohémien che affonda le sue radici secolari nella classe operaia. È noto per le trattorie tradizionali e innovative, le birrerie artigianali e i negozi di artigianato.
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Trastevere
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Fino ai tempi di Augusto questa zona era rimasta al di fuori della città vera e propria; soltanto dalla fine dell’età repubblicana il Trastevere si andò coprendo di edifici utilitari e di case d’abitazione, quest’ultime destinate ai lavoratori ed ai piccoli commercianti, attirati dall’attività economica del fiume e delle vicine installazioni. Già in età imperiale il rione si trasformò in un immenso quartiere: l’abitavano vasai, operai delle manifatture del cuoio, dell’avorio, ebanisti, mugnai dei molini ad acqua sul Tevere, facchini degli infiniti magazzini e depositi, fornaciai delle fabbriche di laterizi dei Monti Vaticani. Oggi è un quartiere caratteristico e originale dall'atmosfera bohémien che affonda le sue radici secolari nella classe operaia. È noto per le trattorie tradizionali e innovative, le birrerie artigianali e i negozi di artigianato.
Piazza Navona, la più bella piazza barocca di Roma, occupa la pista dell’antico “Stadio di Domiziano” del quale ha conservato perfettamente la forma rettangolare allungata dell’arena, con uno dei lati minori curvo, mentre gli edifici circostanti occupano il luogo delle gradinate della cavea. Lo Stadio fu fatto costruire da Domiziano forse già prima dell’86 d.C. per servire ai giochi atletici greci da lui particolarmente apprezzati, ma che i Romani non amavano, considerandoli immorali.
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Piazza Navona
Piazza Navona
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Piazza Navona, la più bella piazza barocca di Roma, occupa la pista dell’antico “Stadio di Domiziano” del quale ha conservato perfettamente la forma rettangolare allungata dell’arena, con uno dei lati minori curvo, mentre gli edifici circostanti occupano il luogo delle gradinate della cavea. Lo Stadio fu fatto costruire da Domiziano forse già prima dell’86 d.C. per servire ai giochi atletici greci da lui particolarmente apprezzati, ma che i Romani non amavano, considerandoli immorali.
La visita ai Fori Imperiali è una passeggiata nella storia, dove l’immaginazione crea idilliaci panorami, quelli della Roma antica. Il sito archeologico, tra i più importanti della Capitale e nel mondo, ha un enorme valore storico e un infinito potenziale per la mente.
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Via dei Fori Imperiali
Via dei Fori Imperiali
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La visita ai Fori Imperiali è una passeggiata nella storia, dove l’immaginazione crea idilliaci panorami, quelli della Roma antica. Il sito archeologico, tra i più importanti della Capitale e nel mondo, ha un enorme valore storico e un infinito potenziale per la mente.
La scalinata, terminata nel 1726, alterna tratti curvi, tratti diritti e terrazze, costituendo uno degli esempi più rappresentativi dell’ultima arte barocca, di cui sintetizza il gusto scenografico e spettacolare. La soluzione non piacque molto ai critici del tempo, ma fu amata molto dal popolo, che ne apprezzò proprio la sua funzionalità e comodità. La scalinata si articola in una successione di rampe di 12 gradini ognuna, ai quali vanno aggiunti i quattro gradini iniziali, per un totale di 136: all’inizio possiamo notare i cippi con i gigli di Francia e le aquile di Innocenzo XIII.
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Trinita dei Monti
3 Piazza della Trinità dei Monti
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La scalinata, terminata nel 1726, alterna tratti curvi, tratti diritti e terrazze, costituendo uno degli esempi più rappresentativi dell’ultima arte barocca, di cui sintetizza il gusto scenografico e spettacolare. La soluzione non piacque molto ai critici del tempo, ma fu amata molto dal popolo, che ne apprezzò proprio la sua funzionalità e comodità. La scalinata si articola in una successione di rampe di 12 gradini ognuna, ai quali vanno aggiunti i quattro gradini iniziali, per un totale di 136: all’inizio possiamo notare i cippi con i gigli di Francia e le aquile di Innocenzo XIII.
È certamente una strada particolare, dove sembra di respirare aria priva di smog, e sin dal suo delinearsi, attorno alla seconda metà del Cinquecento, mostrò il suo aspetto di “strada fuori porta”, profumata dal verde dei giardini e delle vigne, e per questo tanto amata dagli artisti, pittori, scultori e antiquari. In foto un bellissimo editto del 9 settembre 1740 affisso su un muro della via, dove si legge: “D’ordine di Mons.re Rev.imo Presidente delle Strade – si vieta a tutte le persone fare mondezzaro nella via Margutta – pena di scudi dieci per volta et altre pene corporali – nerbate – ceppi – giri di rota o come il mastro di strada volesse assecondo l’età e il sesso”. Sicuramente un messaggio molto chiaro per tenere pulite le strade!
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Via Margutta
Via Margutta
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È certamente una strada particolare, dove sembra di respirare aria priva di smog, e sin dal suo delinearsi, attorno alla seconda metà del Cinquecento, mostrò il suo aspetto di “strada fuori porta”, profumata dal verde dei giardini e delle vigne, e per questo tanto amata dagli artisti, pittori, scultori e antiquari. In foto un bellissimo editto del 9 settembre 1740 affisso su un muro della via, dove si legge: “D’ordine di Mons.re Rev.imo Presidente delle Strade – si vieta a tutte le persone fare mondezzaro nella via Margutta – pena di scudi dieci per volta et altre pene corporali – nerbate – ceppi – giri di rota o come il mastro di strada volesse assecondo l’età e il sesso”. Sicuramente un messaggio molto chiaro per tenere pulite le strade!
Nel pomeriggio verso il tramonto, Roma ha un aspetto indimenticabile vista dalla terrazza del Pincio, grandioso parco pubblico ideato da Giuseppe Valadier e passeggiata urbana preferita dai cittadini. In basso c'è la spaziosa Piazza del Popolo, verso la quale ci si affaccia come su un imponente e vivace teatro, e alzando lo sguardo, oltre la balaustra si estende la città: all'orizzonte domina la maestosa cupola di San Pietro, sulla destra si staglia Monte Mario, sulla sinistra il Quirinale; in lontananza, alto sul Gianicolo, si indovina il monumento equestre di Garibaldi. Nel mezzo spiccano, architettonicamente ben delineati, gli antichi palazzi cinquecenteschi.
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Terrazza del Pincio
Viale Gabriele D'Annunzio
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Nel pomeriggio verso il tramonto, Roma ha un aspetto indimenticabile vista dalla terrazza del Pincio, grandioso parco pubblico ideato da Giuseppe Valadier e passeggiata urbana preferita dai cittadini. In basso c'è la spaziosa Piazza del Popolo, verso la quale ci si affaccia come su un imponente e vivace teatro, e alzando lo sguardo, oltre la balaustra si estende la città: all'orizzonte domina la maestosa cupola di San Pietro, sulla destra si staglia Monte Mario, sulla sinistra il Quirinale; in lontananza, alto sul Gianicolo, si indovina il monumento equestre di Garibaldi. Nel mezzo spiccano, architettonicamente ben delineati, gli antichi palazzi cinquecenteschi.
Via dei Condotti è una delle vie del lusso romano tra le più amate da italiani e artisti e star internazionali. Set di innumerevoli film che hanno contribuito a far diventare Roma e le sue marche ancora più note, passeggiare qui vuol dire trovare le ultime tendenze di moda ma anche perdersi ammirando lusso, sfarzo e raffinatezza. Situata ai piedi di piazza di Spagna e Trinità dei Monti, via dei Condotti in origine era nota come via Trinitatis, proprio perché portava al meraviglioso scalone.
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Via Condotti
Via dei Condotti
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Via dei Condotti è una delle vie del lusso romano tra le più amate da italiani e artisti e star internazionali. Set di innumerevoli film che hanno contribuito a far diventare Roma e le sue marche ancora più note, passeggiare qui vuol dire trovare le ultime tendenze di moda ma anche perdersi ammirando lusso, sfarzo e raffinatezza. Situata ai piedi di piazza di Spagna e Trinità dei Monti, via dei Condotti in origine era nota come via Trinitatis, proprio perché portava al meraviglioso scalone.
La via, che inizia da piazza Barberini per terminare, dopo due ampie curve, a Porta Pinciana, è celeberrima in tutto il mondo come centro mondano di Roma, come simbolo della “dolce vita”, grazie alla presenza di eleganti alberghi e caffè all’aperto frequentati, negli anni ’60, da stelle del cinema e da indiscreti paparazzi.
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Via Veneto
Via Vittorio Veneto
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La via, che inizia da piazza Barberini per terminare, dopo due ampie curve, a Porta Pinciana, è celeberrima in tutto il mondo come centro mondano di Roma, come simbolo della “dolce vita”, grazie alla presenza di eleganti alberghi e caffè all’aperto frequentati, negli anni ’60, da stelle del cinema e da indiscreti paparazzi.
La più famosa delle fontane romane: un gioiello di acqua e di pietra, mostra terminale dell’acquedotto Vergine, unico degli acquedotti antichi ininterrottamente in uso fino ai nostri giorni, è la più famosa delle fontane romane. Prima di partire, non dimenticare di lanciare una moneta nella fontana, tornerete sicuramente a Roma, come dice l'usanza. Se, invece, cercate un po’ di romanticismo, forse anche un amore italiano, dovrete lanciare una seconda e una terza moneta per assicurarvi che presto risuonino le campane nuziali.
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Trevifontänen
Piazza di Trevi
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La più famosa delle fontane romane: un gioiello di acqua e di pietra, mostra terminale dell’acquedotto Vergine, unico degli acquedotti antichi ininterrottamente in uso fino ai nostri giorni, è la più famosa delle fontane romane. Prima di partire, non dimenticare di lanciare una moneta nella fontana, tornerete sicuramente a Roma, come dice l'usanza. Se, invece, cercate un po’ di romanticismo, forse anche un amore italiano, dovrete lanciare una seconda e una terza moneta per assicurarvi che presto risuonino le campane nuziali.
Sulla via getta una malinconica nota la macabra facciata della chiesa di S. Maria dell’Orazione e Morte, fondata dalla Compagnia, poi Arciconfraternita, detta appunto dell’Orazione e Morte, che aveva lo scopo di raccogliere i corpi dei morti senza nome, trovati in campagna o annegati nel Tevere, e provvedere loro con cristiana sepoltura.
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Via Giulia
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Sulla via getta una malinconica nota la macabra facciata della chiesa di S. Maria dell’Orazione e Morte, fondata dalla Compagnia, poi Arciconfraternita, detta appunto dell’Orazione e Morte, che aveva lo scopo di raccogliere i corpi dei morti senza nome, trovati in campagna o annegati nel Tevere, e provvedere loro con cristiana sepoltura.
Tra il 1926 e il 1929 i lavori di demolizione del vecchio quartiere compreso tra via del Teatro Argentina, via Florida, via S. Nicola de' Cesarini e corso Vittorio Emanuele per la costruzione di nuovi edifici, riportarono inaspettatamente alla luce uno dei più importanti complessi archeologici della città: una vasta piazza lastricata su cui sorgono quattro templi, comunemente indicati con le prime quattro lettere dell'alfabeto, poiché la loro identificazione non è ancora del tutto certa.
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Largo di Torre Argentina
Largo di Torre Argentina
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Tra il 1926 e il 1929 i lavori di demolizione del vecchio quartiere compreso tra via del Teatro Argentina, via Florida, via S. Nicola de' Cesarini e corso Vittorio Emanuele per la costruzione di nuovi edifici, riportarono inaspettatamente alla luce uno dei più importanti complessi archeologici della città: una vasta piazza lastricata su cui sorgono quattro templi, comunemente indicati con le prime quattro lettere dell'alfabeto, poiché la loro identificazione non è ancora del tutto certa.
La casa sul lato destro della scalinata, chiamata “Casina Rossa” apparteneva ad una signora di nome Anna Angeletti, la quale affittava camere ai turisti in visita a Roma. Il poeta Keats prese una camera d’angolo al secondo piano e vi trascorse gli ultimi giorni della sua vita: morì infatti il 23 febbraio 1821 a soli 26 anni. La finestra della camera si apriva su piazza di Spagna e lo scorrere limpido e musicale delle acque della “Barcaccia” lo accompagnò in quei mesi di solitudine e sofferenza. Forse proprio per questo volle che sulla sua lapide funeraria fosse incisa la frase: “Qui giace un uomo il cui nome fu scritto nell’acqua”.
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Piazza di Spagna
Piazza di Spagna
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La casa sul lato destro della scalinata, chiamata “Casina Rossa” apparteneva ad una signora di nome Anna Angeletti, la quale affittava camere ai turisti in visita a Roma. Il poeta Keats prese una camera d’angolo al secondo piano e vi trascorse gli ultimi giorni della sua vita: morì infatti il 23 febbraio 1821 a soli 26 anni. La finestra della camera si apriva su piazza di Spagna e lo scorrere limpido e musicale delle acque della “Barcaccia” lo accompagnò in quei mesi di solitudine e sofferenza. Forse proprio per questo volle che sulla sua lapide funeraria fosse incisa la frase: “Qui giace un uomo il cui nome fu scritto nell’acqua”.
Le Terme di Caracalla sono il più grandioso esempio di grandi terme imperiali e uno dei più grandi complessi termali dell’antichità, mura possenti e perfetto stato di conservazione. La decorazione originaria era molto sontuosa: le fonti scritte parlano di enormi colonne di marmo, pavimentazione in marmi colorati orientali, mosaici di pasta vitrea e marmi alle pareti, stucchi dipinti e centinaia di statue e gruppi colossali, sia nelle nicchie delle pareti degli ambienti, sia nelle sale più importanti e nei giardini. Interessanti sono i sotterranei delle terme, una vera rete di ambienti dove si svolgevano tutte le attività di servizio per il funzionamento. In uno di questi si può ammirare il più grande mitreo di Roma, visitabile solo in occasione di eventi o visite speciali.
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Caracallas bad
Viale delle Terme di Caracalla
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Le Terme di Caracalla sono il più grandioso esempio di grandi terme imperiali e uno dei più grandi complessi termali dell’antichità, mura possenti e perfetto stato di conservazione. La decorazione originaria era molto sontuosa: le fonti scritte parlano di enormi colonne di marmo, pavimentazione in marmi colorati orientali, mosaici di pasta vitrea e marmi alle pareti, stucchi dipinti e centinaia di statue e gruppi colossali, sia nelle nicchie delle pareti degli ambienti, sia nelle sale più importanti e nei giardini. Interessanti sono i sotterranei delle terme, una vera rete di ambienti dove si svolgevano tutte le attività di servizio per il funzionamento. In uno di questi si può ammirare il più grande mitreo di Roma, visitabile solo in occasione di eventi o visite speciali.
ll Circo Massimo, il più grande edificio per lo spettacolo dell’antichità e uno dei più grandi di tutti i tempi (600 m di lunghezza per 140 m di larghezza), è collegato dalla leggenda alle origini stesse della città. Qui infatti ebbe luogo il ratto delle Sabine, uno dei primi importanti eventi della città di Roma.
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Circus Maximus
Via del Circo Massimo
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ll Circo Massimo, il più grande edificio per lo spettacolo dell’antichità e uno dei più grandi di tutti i tempi (600 m di lunghezza per 140 m di larghezza), è collegato dalla leggenda alle origini stesse della città. Qui infatti ebbe luogo il ratto delle Sabine, uno dei primi importanti eventi della città di Roma.
E' una grossa pietra circolare (circa 1,80 m di diametro) che rappresenta un fauno o una divinità fluviale con la barba e con gli occhi, il naso e la bocca forati. I fori avevano uno scopo ben preciso, quello di far defluire le acque di scarico nelle condutture sotterranee: in effetti il grande mascherone in marmo pavonazzetto famoso in tutto il mondo era un chiusino di una cloaca risalente al IV secolo a.C. Durante il Medioevo era consuetudine condurre l’indagato dinanzi al mascherone e fargli introdurre la mano nella “bocca della verità”: se innocente, ritirava la mano indenne, ma, se colpevole, il mascherone avrebbe chiuso la bocca, troncando di netto la mano. Alcuni maligni insinuavano che i giudici, qualora fossero stati convinti della colpevolezza del malcapitato, aiutassero il mascherone a compiere il suo dovere, ponendovi dietro un carnefice con una spada affilatissima.
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Sanningens mun
18 Piazza della Bocca della Verità
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E' una grossa pietra circolare (circa 1,80 m di diametro) che rappresenta un fauno o una divinità fluviale con la barba e con gli occhi, il naso e la bocca forati. I fori avevano uno scopo ben preciso, quello di far defluire le acque di scarico nelle condutture sotterranee: in effetti il grande mascherone in marmo pavonazzetto famoso in tutto il mondo era un chiusino di una cloaca risalente al IV secolo a.C. Durante il Medioevo era consuetudine condurre l’indagato dinanzi al mascherone e fargli introdurre la mano nella “bocca della verità”: se innocente, ritirava la mano indenne, ma, se colpevole, il mascherone avrebbe chiuso la bocca, troncando di netto la mano. Alcuni maligni insinuavano che i giudici, qualora fossero stati convinti della colpevolezza del malcapitato, aiutassero il mascherone a compiere il suo dovere, ponendovi dietro un carnefice con una spada affilatissima.
La Colonna Traiana è composta da 17 colossali rocchi – elementi di forma cilindrica – monolitici, dal diametro di quasi 4 metri. Questi avvolgono a spirale la colonna con 23 giri di meravigliosi rilievi: quasi 200 metri di pregiato marmo bianco che si potrebbero srotolare come una pellicola cinematografica. Un film che racconta le vittoriose campagne militari condotte da Traiano contro di Daci, per rendere sicuri i confini dell’Impero sul Danubio. Al suo interno si sviluppa una scala a chiocciola di 185 gradini che conduce alla sommità.
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Trajan Column
Foro Traiano
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La Colonna Traiana è composta da 17 colossali rocchi – elementi di forma cilindrica – monolitici, dal diametro di quasi 4 metri. Questi avvolgono a spirale la colonna con 23 giri di meravigliosi rilievi: quasi 200 metri di pregiato marmo bianco che si potrebbero srotolare come una pellicola cinematografica. Un film che racconta le vittoriose campagne militari condotte da Traiano contro di Daci, per rendere sicuri i confini dell’Impero sul Danubio. Al suo interno si sviluppa una scala a chiocciola di 185 gradini che conduce alla sommità.
Rendere omaggio, anche solo con un pensiero, ai caduti della I° guerra mondiale. Per farlo bene, dovete varcare il magnifico cancello in ferro del Vittoriano e salire le scale fino alle fiaccole eterne. Lì, tra i due soldati c’è il sarcofago che accoglie le spoglie del Milite Ignoto.
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Piazza Venezia
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Rendere omaggio, anche solo con un pensiero, ai caduti della I° guerra mondiale. Per farlo bene, dovete varcare il magnifico cancello in ferro del Vittoriano e salire le scale fino alle fiaccole eterne. Lì, tra i due soldati c’è il sarcofago che accoglie le spoglie del Milite Ignoto.
La piazza più elegante di Roma, ma la meno conosciuta è Piazza del Campidoglio, splendidamente progettata da Michelangelo, è il capolavoro del colle capitolino. È delimitata da tre palazzi, il Palazzo Senatorio, il Palazzo dei Conservatori, il Palazzo Nuovo ed il suo elegante disegno sta addirittura sulla moneta da 50/c di euro italiana.
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Campidoglio square
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La piazza più elegante di Roma, ma la meno conosciuta è Piazza del Campidoglio, splendidamente progettata da Michelangelo, è il capolavoro del colle capitolino. È delimitata da tre palazzi, il Palazzo Senatorio, il Palazzo dei Conservatori, il Palazzo Nuovo ed il suo elegante disegno sta addirittura sulla moneta da 50/c di euro italiana.
Probabilmente il monumento più famoso al mondo e simbolo della grandezza di Roma, l'Anfiteatro Flavio, meglio conosciuto con il nome di Colosseo per la colossale statua in bronzo raffigurante Nerone che si trovava nelle vicinanze, si innalza nel cuore archeologico della città, e da quasi duemila anni racconta una storia ininterrotta di fascino e magnificenza. Il Colosseo, che ancora oggi è l’anfiteatro più grande al mondo, fu voluto dall’imperatore Tito Flavio Vespasiano, destinato ai combattimenti, ai giochi tra i gladiatori, alle simulazioni di caccia ad animali feroci ed esotici ed ai combattimenti navali, è composto da quattro ordini architettonici sovrapposti.
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Colosseum
1 Piazza del Colosseo
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Probabilmente il monumento più famoso al mondo e simbolo della grandezza di Roma, l'Anfiteatro Flavio, meglio conosciuto con il nome di Colosseo per la colossale statua in bronzo raffigurante Nerone che si trovava nelle vicinanze, si innalza nel cuore archeologico della città, e da quasi duemila anni racconta una storia ininterrotta di fascino e magnificenza. Il Colosseo, che ancora oggi è l’anfiteatro più grande al mondo, fu voluto dall’imperatore Tito Flavio Vespasiano, destinato ai combattimenti, ai giochi tra i gladiatori, alle simulazioni di caccia ad animali feroci ed esotici ed ai combattimenti navali, è composto da quattro ordini architettonici sovrapposti.
Con un’atmosfera vivace sia di giorno, per i suoi mercatini, che di sera, per i ristoranti e locali, Campo de' Fiori è una delle zone più tipiche di Roma. Divenne un luogo prospero, pieno di negozi d’artigianato e di alberghi, dove in passato, due volte a settimana, si svolgeva un mercato di cavalli. La piazza era anche il luogo dove si tenevano le esecuzioni capitali, come ci ricorda l’imponente statua di Giordano Bruno al centro della piazza. Questo famoso filosofo fu bruciato nella piazza nel 1600 con l’accusa di eresia, e nel 1889 si installò in suo onore tale monumento.
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Hotel Campo de' Fiori
6 Via del Biscione
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Con un’atmosfera vivace sia di giorno, per i suoi mercatini, che di sera, per i ristoranti e locali, Campo de' Fiori è una delle zone più tipiche di Roma. Divenne un luogo prospero, pieno di negozi d’artigianato e di alberghi, dove in passato, due volte a settimana, si svolgeva un mercato di cavalli. La piazza era anche il luogo dove si tenevano le esecuzioni capitali, come ci ricorda l’imponente statua di Giordano Bruno al centro della piazza. Questo famoso filosofo fu bruciato nella piazza nel 1600 con l’accusa di eresia, e nel 1889 si installò in suo onore tale monumento.
L’Arco di Costantino, posto lungo la via percorsa dai trionfi, nel tratto compreso tra il Circo Massimo e l’Arco di Tito, è il più grande arco onorario giunto fino a noi e rappresenta una sintesi della propaganda ideologica di età costantiniana. L’arco infatti celebra il trionfo dell’imperatore Costantino su Massenzio, avvenuto il 28 ottobre del 312 d.C. a seguito della battaglia di ponte Milvio.
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Konstantinusbågen
Via di San Gregorio
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L’Arco di Costantino, posto lungo la via percorsa dai trionfi, nel tratto compreso tra il Circo Massimo e l’Arco di Tito, è il più grande arco onorario giunto fino a noi e rappresenta una sintesi della propaganda ideologica di età costantiniana. L’arco infatti celebra il trionfo dell’imperatore Costantino su Massenzio, avvenuto il 28 ottobre del 312 d.C. a seguito della battaglia di ponte Milvio.
Nel 28 a.C., di ritorno dalla campagna militare in Egitto, conclusasi con la vittoria di Azio del 31 a.C. e la sottomissione di Cleopatra e Marco Antonio, Ottaviano Augusto diede inizio alla costruzione del suo mausoleo nell’area settentrionale del Campo Marzio, all'epoca non ancora urbanizzato. Con il suo diametro di 300 piedi romani - circa 87 metri -, è il più grande sepolcro circolare che si conosca.
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Augustus mausoleum
Piazza Augusto Imperatore
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Nel 28 a.C., di ritorno dalla campagna militare in Egitto, conclusasi con la vittoria di Azio del 31 a.C. e la sottomissione di Cleopatra e Marco Antonio, Ottaviano Augusto diede inizio alla costruzione del suo mausoleo nell’area settentrionale del Campo Marzio, all'epoca non ancora urbanizzato. Con il suo diametro di 300 piedi romani - circa 87 metri -, è il più grande sepolcro circolare che si conosca.
Situata su via degli Staderari, tra il Pantheon e Piazza Navona, la Fontana dei Libri venne realizzata nel 1927da Pietro Lombardi. Gli Staderari erano i fabbricanti di bilance a stadere, quelle con un piatto solo e un peso contrapposto, che qui avevano le loro botteghe. La fontana dei Libri, però, è legata al vecchio nome della via che originariamente si chiamava via dell'Università, in riferimento all’antico palazzo della Sapienza, sede dell’Università, poi trasferita nel Rione Trastevere.
Fountain of the Books
Via degli Staderari
Situata su via degli Staderari, tra il Pantheon e Piazza Navona, la Fontana dei Libri venne realizzata nel 1927da Pietro Lombardi. Gli Staderari erano i fabbricanti di bilance a stadere, quelle con un piatto solo e un peso contrapposto, che qui avevano le loro botteghe. La fontana dei Libri, però, è legata al vecchio nome della via che originariamente si chiamava via dell'Università, in riferimento all’antico palazzo della Sapienza, sede dell’Università, poi trasferita nel Rione Trastevere.
L'Ara Pacis rappresenta uno degli esempi più alti dell'arte classica. La sua costruzione fu votata dal Senato romano nel 13 a.C. per onorare il ritorno di Augusto dalle province di Gallia e di Spagna dove, nel corso di tre anni, l'imperatore aveva consolidato il potere di Roma e suo personale, aperto nuove strade e fondato colonie.
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Museo dell'Ara Pacis
Lungotevere in Augusta
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L'Ara Pacis rappresenta uno degli esempi più alti dell'arte classica. La sua costruzione fu votata dal Senato romano nel 13 a.C. per onorare il ritorno di Augusto dalle province di Gallia e di Spagna dove, nel corso di tre anni, l'imperatore aveva consolidato il potere di Roma e suo personale, aperto nuove strade e fondato colonie.
Monumentale ed elegante piazza, al vertice in cui si incontrano via del Babuino, via di Ripetta e via del Corso, le tre arterie principali del centro storico di Roma. In seguito a una nuova sistemazione urbanistica, progettata dall’architetto Giuseppe Valadier agli inizi dell’Ottocento, la nuova Piazza del Popolo si presenta come una grande ellisse attorno all’obelisco egizio, impreziosita e incorniciata da sculture, giardini e fontane.
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Piazza del Popolo
Piazza del Popolo
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Monumentale ed elegante piazza, al vertice in cui si incontrano via del Babuino, via di Ripetta e via del Corso, le tre arterie principali del centro storico di Roma. In seguito a una nuova sistemazione urbanistica, progettata dall’architetto Giuseppe Valadier agli inizi dell’Ottocento, la nuova Piazza del Popolo si presenta come una grande ellisse attorno all’obelisco egizio, impreziosita e incorniciata da sculture, giardini e fontane.